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Gastrectomia con linfoadenectomia d2 + asportazione del mesogastrio


Il Dott. Andrea Porta è uno dei pochi chirurghi in Italia a proporre ai pazienti affetti da patologia tumorale gastrica una innovativa tecnica chirurgica, importata dal Tongji Cancer Research Institute di Wuhan, Cina. Questa tecnica, eseguita in laparoscopia, prevede l’asportazione dello stomaco, resecato parzialmente o totalmente sulla base della localizzazione del tumore, insieme ai linfonodi locoregionali convenzionalmente interessati dalla malattia (linfoadenectomia D2) e al mesogastrio. Il mesogastrio, è una struttura che collega lo stomaco alla parete gastrica posteriore, contenente linfonodi potenzialmente metastatici. La sua asportazione in corso di adeguata procedura chirurgica, promette ottimi risultati in termini di fattibilità e radicalità oncologica. In caso di gastrectomia subtotale viene lasciata una piccola porzione di stomaco, ed eseguita successivamente la ricostruzione della continuità intestinale “su ansa alla roux”, sempre con approccio videolaparoscopico. Questa ricostruzione prevede due diverse cuciture, una tra stomaco e intestino e una tra intestino e intestino. In caso di gastrectomia totale si renderà necessaria una cucitura tra esofago e intestino, eseguita sempre in laparoscopia. Al termine dell’intervento chirurgico vengono posizionati due drenaggi addominali, utile come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni, che verranno poi rimossi in corso di degenza. Il paziente viene precocemente mobilizzato e rialimentato e dimesso normalmente in quinta giornata post-operatoria in caso di gastrectomia subtotale, in settima/decima giornata post-operatoria in caso di gastrectomia totale.

Emicolectomia destra


Nell’intervento di emicolectomia destra si procede all’asportazione di quei tumori del colon che interessino l’intestino crasso dalla valvola ileocecale al colon trasverso prossimale. Nella nostra esperienza cerchiamo sempre di proporre l’intervento chirurgico con tecnica videolaparoscopica, garantendo al paziente lo stesso risultato oncologico in termini di radicalità oncologica rispetto alla tecnica “classica open”. L’intervento chirurgico consiste, in sintesi, nell’asportazione dell’ultimo tratto di ileo (la parte terminale del piccolo intestino) unitamente al cieco, il colon ascendente e al colon trasverso prossimale. Il Chirurgo, oltre ad asportare il tumore, rimuove insieme al pezzo operatorio anche il meso corrispondente, contenente i linfonodi coinvolti nel processo di diffusione metastatica. Nel tempo ricostruttivo dell’intervento chirurgico viene ripristinata la continuità intestinale, sempre per via videolaparoscopica, andando a confezionare una anastomosi (ossia cucitura) tra l’ileo e il colon trasverso. Viene posizionato un drenaggio addominale, utile come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni, che verrà poi rimosso in corso di degenza. Il paziente viene precocemente mobilizzato e rialimentato e dimesso normalmente in quarta/quinta giornata post-operatoria.

Emicolectomia sinistra


Nell’intervento di emicolectomia destra si procede all’asportazione di quei tumori del colon che interessino l’intestino crasso dalla flessura splenica alla giunzione retto-sigmoidea. Nella nostra esperienza cerchiamo sempre di proporre l’intervento chirurgico con tecnica videolaparoscopica, garantendo al paziente lo stesso risultato oncologico in termini di radicalità oncologica rispetto alla tecnica “classica open”. L’intervento chirurgico consiste, in sintesi, nell’asportazione del colon discendente fino alla giunzione retto-sigmoidea. Il Chirurgo, oltre ad asportare il tumore, rimuove insieme al pezzo operatorio anche il meso corrispondente, contenente i linfonodi coinvolti nel processo di diffusione metastatica. Nel tempo ricostruttivo dell’intervento chirurgico viene ripristinata la continuità intestinale, sempre per via videolaparoscopica, andando a confezionare una anastomosi (ossia cucitura) tra il colon prossimale e il retto distale. Viene posizionato un drenaggio addominale, utile come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni, che verrà poi rimosso in corso di degenza. Il paziente viene precocemente mobilizzato e rialimentato e dimesso normalmente in quarta/quinta giornata post-operatoria.

Colecistectomia videolaparoscopica


Nell’intervento di colecistectomia videolaparoscopica si procede all’asportazione in toto della colecisti, affetta da calcolosi, polipi o altre problematiche, previo isolamento del dotto cistico e dell’arteria cistica, che vengono sezionate tra clips. Di norma non viene posizionato un drenaggio addominale e il paziente è dimesso la mattina successiva all’intervento chirurgico.

Funduplicatio videolaparoscopica


Per il trattamento di patologie funzionali dell’esofago, quali la malattia da reflusso gastroesofageo e l’ernia iatale, ci avvaliamo di diverse tecniche videolaparoscopiche. Il principio di base è quello di ricostruire lo sfintere esofageo inferiore, procedendo in corso d’intervento ad avvolgere il fondo gastrico sull’esofago terminale, adeguatamente preparato. Le ricostruzioni impiegate (sec. Toupet, sec. Nissen, sec. Dor) vengono "tailored", scelte su misura, sulla base degli studi preoperatori eseguiti. Di norma non viene posizionato un drenaggio e il paziente viene dimesso in terza giornata post-operatoria con adeguate informazioni dietetiche da seguire al domicilio per le prime settimane.

Sleeve gastrectomy


Nell’intervento di sleeve gastrectomy si procede, sempre in videolaparoscopia, ad asportare, con l’aiuto di suturatrici meccaniche, una ampia porzione di stomaco e in particolare il fondo gastrico, sede ormai nota di produzione di ormoni responsabili del “senso di fame”. Al termine dell’intervento chirurgico viene posizionato un drenaggio in prossimità della trancia gastrica, a spia di eventuali sanguinamenti o complicanze. Il paziente viene progressivamente rialimentato e dimesso in terza/quarta giornata post-operatoria. Verrà successivamente seguito dal team bariatrico multidisciplinare.

Bypass gastrico sec.lesti


Nell’intervento di bypass gastrico sec.Lesti si procede, sempre in videolaparoscopia, all’asportazione del fondo gastrico, sede nota di produzione di ormoni responsabili del “senso di fame”. Si procede poi al posizionamento di una benderella a livello del corpo gastrico e successivamente si confeziona la continuità intestinale sec. Roux. La benderella, posizionata nelle prime fasi dell’intervento, permette allo stesso tempo di deviare il transito alimentare verso l’ansa alimentare esclusa dalla digestione (favorendo quindi il dimagrimento), mantenendo tuttavia esplorabile lo stomaco rimanente e il duodeno. Questa tecnica infatti, a differenza dei più comuni bypass gastrici per obesità, non esclude la possibilità per l’endoscopista di effettuare nel tempo esami diagnostici (EGDS con biopsie) e/o terapeutici (ERCP, ecc.). Questa variante tecnica quindi risulta essere di assoluto interesse e permette di prevenire complessità diagnostiche future nel caso di insorgenza di tumore gastrico e/o complicanze delle vie biliari (calcoli, ecc.). Viene posizionato al termine dell’intervento chirurgico un drenaggio a monitoraggio di possibili sanguinamenti o complicanze e il paziente viene normalmente dimesso in quarta/quinta giornata post-operatoria. Verrà successivamente seguito dal team bariatrico multidisciplinare.

Resezione anteriore del retto


Nell’intervento di resezione del retto si procede all’asportazione di quei tumori del retto che interessino l’intestino dal sigma all’ano. Nella nostra esperienza cerchiamo sempre di proporre l’intervento chirurgico con tecnica videolaparoscopica, garantendo al paziente lo stesso risultato oncologico in termini di radicalità oncologica rispetto alla tecnica “classica open”.

L’intervento chirurgico consiste, in sintesi, nell’asportazione dell’ultimo tratto del colon unitamente al retto fino a raggiungere tessuto sano e libero da malattia al di sopra del margine anale.

Il Chirurgo, oltre ad asportare il tumore, rimuove insieme al pezzo operatorio anche il meso corrispondente, contenente i linfonodi coinvolti nel processo di diffusione metastatica.
Nel tempo ricostruttivo dell’intervento chirurgico viene ripristinata la continuità intestinale, sempre per via videolaparoscopica, andando a confezionare una anastomosi (ossia cucitura) tra il colon e il retto rimanente. Viene posizionato un drenaggio addominale, utile come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni, che verrà poi rimosso in corso di degenza. Il paziente viene precocemente mobilizzato e rialimentato e dimesso normalmente in quarta/quinta giornata post-operatoria.
Differentemente dagli interventi sul colon, in questo tipo di procedura è spesso necessario confezionare una “ileostomia di protezione”.
L’ileostomia è un abboccamento del piccolo intestino alla cute, normalmente in corrispondenza dell’addome nella sua porzione inferiore destra, necessario per convogliare il contenuto intestinale in un apposito sacchetto. In questo modo l’anastomosi (“la cucitura”), più bassa di altre e quindi più delicata, ha il tempo di guarire in maniera opportuna.
A distanza di 3-6 mesi, previo adeguato studio preoperatorio, si procederà in sala operatoria e anestesia generale alla chiusura dell’ileostomia e al ripristino della normale continuità intestinale.

Ernia inguinale + Ernia ombelicale + Ernia di spigelio + Ernia crurale


Negli interventi chirurgici di correzione delle ernie della parete addominale il Chirurgo procede ad isolare il “sacco erniario”, ossia quella struttura che dalla cavità addominale ha trovato una strada verso l’esterno causando l’ernia. Una volta identificato il sacco erniario lo stesso viene ridotto in addome ed eventualmente resecato se necessario. Si procede quindi alla plastica della parete addominale inserendo delle reti in materiale bio-compatibile. In questo modo, nelle settimane successive all’intervento chirurgico, il tessuto cicatriziale che verrà ad integrarsi con la rete aiuterà nel processo di guarigione “fortificando” la parete addominale e riducendo il rischio di recidive. Il paziente viene ricoverato normalmente in regime di Day Surgery, con dimissione il giorno stesso o il giorno dopo l’intervento chirurgico. L’intervento viene eseguito in anestesia spinale o generale sulla base della localizzazione dell’ernia.

Emorroidectomia sec. Milligan Morgan


Nell’intervento di emorroidectomia sec. Milligan Morgan si procede all’asportazione di uno o più gavoccioli emorroidari congesti, definiti clinicamente di terzo o quarto grado, previa loro legatura alla base con dei lacci in materiale riassorbibile. Questo intervento, storicamente ben conosciuto, prevede poi una guarigione del canale anale “per seconda intenzione”. In sintesi, le ferite causate dall’asportazione dei gavoccioli emorroidari sono destinate a guarire nelle settimane successive all’intervento chirurgico, riducendo molto il rischio di complicanze infettive o emorragiche, permettendo al canale anale di tornare a una situazione di fisiologica normalità. L’intervento viene eseguito normalmente in anestesia spinale e prevede un ricovero di una notte.

Emorroidectomia sec. Longo


Nell’intervento di emorroidectomia/prolassectomia sec. Longo si procede ad una sutura-anastomosi della mucosa del canale anale affetta da emorroidi di terzo/quarto grado con tendenza la prolasso. E’un intervento la cui indicazione deve essere ponderata adeguatamente dal Chirurgo in corso di visita proctologica e talvolta addirittura in corso di valutazione del canale anale in sala operatoria previa adeguata anestesia spinale. In questa procedura il chirurgo isola il prolasso emorroidario e gli eventuali gavocciolo emorroidari contestuali con dei punti di sutura, in modo da poterli integrare in una macchina suturatrice meccanica. Una volta adeguatamente isolati i tessuti interessati si procede a sutura meccanica degli stessi, ricreando una normale anatomia del canale anale interno. Normalmente l’intervento chirurgico viene eseguito in anestesia spinale e prevede un ricovero di una o due notti.

Duodenocefalopancreasectomia sec. Whipple


Nell’intervento chirurgico di duodenocefalopancreasectomia il Chirurgo procede all’asportazione “en bloc” (= in un unico pezzo operatorio) della testa pancreatica, dell’ultima porzione dello stomaco, della via biliare prossimale e del duodeno. La continuità intestinale e l’adeguato scarico dei succhi pancreatici e della bile nel tratto digerente viene assicurata mediante il confezionamento di 4 diverse anastomosi, ossia cuciture, eseguite in alcuni casi con l’ausilio di suturatrici meccaniche. E’ un intervento chirurgico di alta complessità, che si rende necessario per tutti quei processi patologici, spesso tumorali, che coinvolgono la testa del pancreas, il duodeno o le vie biliari. Viene eseguito con tecnica laparotomica classica (con il taglio) e si rende necessaria normalmente una degenza di circa 7-10 giorni. Vengono posizionati in sala operatoria più drenaggi addominali, utili come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni.

Resezione epatica


Nell’intervento chirurgico di resezione epatica il Chirurgo procede, con approccio laparoscopico o laparotomico sulla base della localizzazione del tumore, all’asportazione della porzione di fegato che risulta interessata da un processo patologico (cisti patologiche, tumore primitivo, tumore secondario). Sono interventi chirurgici di complessità variabile, sulla base della localizzazione del tumore e delle condizioni generali ed epatologiche del paziente. Normalmente sono necessari circa 3-7 giorni di ricovero. Viene posizionato in sala operatoria un drenaggio addominale utile come spia nelle prime giornate successive all’intervento chirurgico per eventuali sanguinamenti o complicazioni.